La Casina delle Civette è il risultato di una serie di trasformazioni e aggiunte apportate all’ottocentesca Capanna Svizzera, luogo di evasione del principe, collocata ai bordi del parco di Villa Torlonia e nascosta da una collinetta artificiale.
Realizzata dall’architetto paesaggista Giuseppe Jappelli nel 1840, su commissione del principe Alessandro Torlonia, l’originaria Capanna Svizzera si presentava simile a un rifugio alpino, con paramenti esterni a bugne di tufo e interno dipinto a tempera a imitazione di rocce e tavolati di legno.
Già dal 1908, l’edificio inizia a essere sottoposto a una progressiva e radicale trasformazione per opera dell’architetto Enrico Gennari, per volere di Giovanni Torlonia jr., nipote di Alessandro. La struttura diviene una raffinata residenza con porticati, torrette, grandi finestre, loggette, decorazioni a maioliche e splendide vetrate colorate, assumendo l’aspetto e la denominazione di “Villaggio Medioevale”.
È a partire dal 1916 che l'edificio assume il nome di "Villino delle Civette": già dal 1914, due civette stilizzate fra tralci d’edera sono rappresentate nella vetrata eseguita da Duilio Cambellotti, e il tema del rapace notturno ricorre costantemente, quasi ossessivamente nelle decorazioni e nel mobilio, per volere del principe Giovanni, uomo scontroso e amante dei simboli esoterici.
Nel 1917, l’architetto Vincenzo Fasolo aggiunge le strutture del fronte meridionale della Casina, arricchendola con fantasiose decorazioni architettoniche in stile Liberty, come le tegole smaltate con colori vivaci o il porticato a volta nella parte Sud dell’edificio. L’elemento unificante delle molteplici soluzioni architettoniche è la tonalità grigia del manto di finitura delle coperture, per il quale fu utilizzata la lavagna in lastre sottili, variamente sagomate, contrapposta alla vivace cromia delle tegole in cotto smaltato.
Insieme a questa stravagante architettura, il Principe Giovani jr Torlonia fa aggiungere ferri battuti, maioliche, stucchi e, alle finestre, le celebri vetrate con decorazioni naturalistiche e faunistiche, come uccelli, farfalle e, naturalmente, civette. Realizzate in pregiati vetri policromi legati a piombo, le vetrate sono sicuramente la cifra distintiva dell'edificio; tutte installate tra il 1908 e il 1930, costituiscono un "unicum" nel panorama artistico internazionale e furono prodotte dal laboratorio di Cesare Picchiarini, su disegni di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi e Paolo Paschetto.
Disposti su due livelli, gli spazi interni sono tutti estremamente curati nelle opere di finitura: decorazioni pittoriche, stucchi, mosaici, maioliche policrome, legni intarsiati, ferri battuti, stoffe parietali, sculture in marmo mostrano la particolare attenzione del principe per il comfort abitativo.
La Casina delle Civette è stata la dimora del principe Giovanni Torlonia jr. fino al 1938, anno della sua morte. La distruzione dell'edificio iniziò nel 1944, con l'occupazione delle truppe anglo-americane, durata oltre tre anni, cui seguirono l’incendio del 1991, furti e atti di vandalismo.
Nel 1978, il Comune di Roma acquisì la Villa, che dopo accurati e lunghi lavori di restauro, ha restituito alla città il villino fiabesco, oggi sede museale dedicata alla vetrata artistica.
Indirizzo: Via Nomentana, 70 Roma
Sito Ufficiale: www.museivillatorlonia.it